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Primi abitatori della terra

I primi uomini forse erano scimmie. Vivevano nelle foreste africane 15.000.000 di anni fa! Un giorno il clima iniziò a cambiare. Si mise a piovere sempre di meno e così rimasero pochi alberi e cespugli: nacque la savana. Per trovare cibo le scimmie iniziarono ad andare in giro in cerca di radici e frutti da mangiare o a caccia; provarono ad alzarsi in piedi, perché in questo modo potevano vedere lontano se c'erano cose da mangiare o se arrivavano animali feroci e difendersi con pietre e bastoni.

Dopo milioni di anni le loro zampe davanti diventarono mani. Con esse impararono a fare pietre e ossi appuntiti e taglienti, a cucirsi vestiti con pelli per ripararsi dal freddo, a costruirsi capanne, anche sull'acqua, dove gli animali feroci non potevano dar loro fastidio. Forse è per questo che piano piano persero la loro pelliccia.

Una delle prime realizzazioni tecniche fu il propulsore. Praticamente era un uncino che si innestava su una lancia, consentendo di prolungare il braccio e ottenere una maggiore potenza di lancio.

Impararono ad accendere il fuoco con metodi diversi: strofinando bastoncini o con le scintille che ottenevano sfregando un pezzo di selce e uno di pirite e che finivano nell'erba secca. Quando riuscirono a forgiare i metalli usarono l'acciarino, un ferro ricurvo che percuoteva la pietra focaia impedendo di sbucciarsi le dita. Per facilitare lo sviluppo della fiamma qualcuno si accorse per caso che poteva essere usata la polvere di un fungo, il Fomes Fomentarius.

I bambini non potevano andare a caccia, perciò rimanevano nelle loro capanne insieme alle mamme, che intanto cucinavano, etc. Nacquero così le prime famiglie, che capirono che era meglio formare un grande gruppo, cioè una tribù perché così si potevano aiutare a vicenda. Sorsero quindi i primi paesi e le prime città.

Imparando a fare tutte queste cose i primi uomini diventarono più intelligenti e un giorno impararono a pronunciare suoni diversi per ogni oggetto e fatto, cioè impararono a parlare.

Quando pioveva o non avevano niente da fare e disegnavano figure incidendo le pareti rocciose delle grotte. Poi impararono a fabbricarsi i colori ricavandoli da animali, piante e rocce.

Col tempo gli uomini iniziarono ad allevare alcuni animali perché erano utili: il cane poteva fare la guardia o aiutarlo nella caccia, altri potevano fornire latte, carne, lana, pelli.

Un giorno qualcuno si accorse che gettando dei semi per terra, dopo qualche giorno nascevano delle nuove piantine. Così impararono a coltivare grano, orzo, ecc.

Finalmente non furono più costretti a cambiare abitazione ogni poco in cerca di nuovi pascoli. Piano piano, allora, costruirono case più solide, più calde e spaziose, con magazzini e stalle. All'inizio forse usarono pietre piatte e legno; poi scoprirono che se l'argilla veniva impastata con acqua, ottenevano una specie di colla che non faceva crollare le pietre. Poterono così usarne di più piccole, molto più facili da trasportare.

Un giorno capirono che se l'argilla veniva cotta, diventava più resistente, e iniziarono a fabbricare vasi, piatti, bicchieri, mattoni.

Per fare i solchi inventarono la zappa e l'aratro, all'inizio dei semplici bastoni e tronchi ricurvi.

Per molto tempo per cucire gli uomini usarono stringhe di pelli. Un giorno qualcuno capì che per fare un filo o una corda si potevano attorcigliare foglie secche oppure un po' di lana, di cotone o altro. Ciò si poteva fare con il fuso, un attrezzo che usano ancora le nonne.


Un vecchio fuso per filare la lana


Non passò molto tempo e a molti venne l'idea di costruire il telaio, che serviva a intrecciare i fili e ottenerne stoffe di vario tipo.

I mezzi di trasporto usati erano gli animali, che presto vennero dotati di selle e di imbracature che servivano anche per trainare carri, dotati di ruote di legno, prima piene, poi con raggi.

Sull'acqua era facile incontrare qualcuno a cavalcioni di un tronco. Vi fu ad un certo punto chi si mise a legare più tronchi e nacquero le zattere, difficili da guidare però, così qualcuno ebbe l'idea di costruire le canoe, le barche e le navi, dotate di timoni e remi, ma poi anche di vele, in grado di far andare le imbarcazioni addirittura controvento (nelle gare di Coppa America sentiamo dire "di bolina").

E gli uomini man mano modificarono il territorio: scavarono pozzi e canali, costruirono argini, case a più piani, e forni.

Un giorno venne fatta una scoperta molto importante: alcune rocce potevano essere sciolte dal fuoco e assumere qualsiasi forma in uno stampo. Era come una magia. Tutti gli utensili divennero allora di metallo, che era molto più resistente delle normali pietre o degli ossi. Si iniziò col rame, poi con lo stagno, che si potevano mescolare e ottenere il bronzo.

I primi che riuscirono a fondere il ferro, ancora più resistente, furono gli Ittiti dell'attuale Turchia. Fu scoperta all'epoca anche una proprietà del ferro: se questo veniva riscaldato e immerso nell'acqua fredda diventava durissimo, adatto alle lame di armi e coltelli, veniva cioè temprato. Questa operazione veniva fatta dai fabbri.

Ognuno quindi iniziò a fare il suo mestiere, mettendo i suoi prodotti a disposizione di tutti, in cambio di altri prodotti che gli potessero servire. Nacque cioè il baratto, cioè lo scambio di merci.

C'era chi andava in giro per terre lontane in cerca di prodotti di ogni tipo o particolarmente richiesti, come ad esempio le spezie, e li cedeva solo in cambio di molte cose: erano i mercanti, che, senza saperlo, erano anche dei giornalisti, perché raccontavano tutto quello che avevano visto o sentito dire di qua e di là.

Proprio loro erano molto impegnati e avevano bisogno di appuntare informazioni, contratti, conti. Fu forse un mercante fenicio che ebbe allora l'idea dell'alfabeto, la più grande invenzione di tutti i tempi!
 

Quanti tempo è passato prima che arrivassimo al livello di civiltà attuale... Non distruggiamo tutto...


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