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Gatto

Vi chiederete cosa ha a che fare il gatto con la Storia. Ebbene, leggete e lo saprete

Per la maggior parte delle persone il gatto, oggi, è semplicemente un piccolo amico, ma in passato ha avuto una grandissima importanza.

E' un animale speciale e misterioso. Ci sono cose su di lui che non si sanno e che nemmeno vi potete immaginare!

Tutti sapete che il gatto vede di notte, ma lo sapete che ci vede anche sei volte meglio? Forse ha ben nove sensi! Con il sesto senso (gli altri cinque li conoscete, vero?) individua la presenza di sostanze di cui non si sente nemmeno l'odore. Col settimo può orientarsi anche se è lontanissimo da casa.

L'ottavo senso gli permette di prevedere che tempo farà: quando sta per piovere, ad esempio, inizia a strofinarsi un orecchio e certe volte arruffa il pelo e si va a mettere in un posto riparato; quando sta per uscire il sole si sbizzarrisce perché è contento. Un tempo, perciò, non c'era bisogno delle previsioni in tv… Il gatto ci azzeccava sicuramente di più.

Il nono senso gli consente, come molti altri animali, di prevedere i terremoti, perché con i baffi percepisce anche le più piccole vibrazioni.

Non sopporta di lasciare il luogo in cui è nato e del quale sa tutto.

Il gatto libico fu l'antenato di tutti i gatti domestici e proviene dall'antico Egitto. All'inizio era selvatico, ma poi l'uomo iniziò ad allevarlo perché poteva difenderlo dai serpenti velenosi, dagli scorpioni e dai topi che mangiavano il loro grano e portavano malattie. Non essendoci medicine efficaci, il gatto ha salvato forse migliaia e migliaia di persone.

I primi dipinti che raffigurano il gatto si trovano in diverse tombe. Questo vuol dire che l'animale era considerato sacro. Per gli Egizi poteva incarnare anche il dio sole o la dea Bastet.

Il gatto era anche raffigurato su oggetti perché secondo loro era un portafortuna.

I suoi occhi, che brillano al buio, erano un mistero.

Era talmente importante che un faraone venne addirittura chiamato Pa-miu, cioè micio.

Insomma gli Egizi avevano capito che stare con i gatti era una cosa che li faceva sentire meglio. Addirittura le persone che accudivano i gatti non facevano altri lavori. Forse i gatti li portavano anche a scuola. La leggenda che il gatto abbia sette o nove vite forse viene da questo antico popolo, il quale credeva che il gatto avesse preso la vita di diversi dei.

Si racconta che gli Assiri volessero conquistare l'Egitto, ma una notte accadde che i topi rosicchiarono le corde dei loro archi. Agli Egizi questo non accadde grazie ai loro gatti.

Ma come hanno fatto i gatti a diffondersi in tutto il mondo? Forse nuotando? No, perché i gatti odiano l'acqua. Forse presero l'aereo? No perché a quei tempi non c'era. Forse presero le navi? Ebbene, sì! Molto probabilmente gli Egizi, quando andavano con le loro navi a barattare, portavano con se diversi gatti per difendere le loro merci dai topi. Arrivati al porto i gatti più curiosi scendevano e magari rimanevano lì. Poi si moltiplicavano e si diffondevano in vari posti.

Anche nell' antica Grecia i gatti divennero famosi. L'inventore delle favole fu un signore greco che si chiamava Esopo, il quale scrisse numerose storie di gatti. Una di queste si intitola "Il gatto, il topo e il formaggio" e fa più o meno così:

Un signore aveva in casa un topo che gli rubava sempre il formaggio, così pensò di servirsi di un gatto. Il gatto prima acchiappò il topo e poi mangiò anche il formaggio!

Per i Greci il gatto poteva incarnare la dea Artemide. Quando molti di loro vennero anche in Calabria e vi fondarono delle città, portarono con sé diversi gatti.

Tanto erano importanti questi gatti che addirittura li raffiguravano sulle monete.

Pian piano questi animali si diffusero in tutta l'Italia e li ritroviamo raffigurati anche su calici e in alcuni dipinti di tombe etrusche. A quei tempi c'erano solo alcune varietà di gatti: il soriano grigio di origine africana, il gatto nero della zona mediterranea, quello bianco del Nord Europa, quello color arancio di origine francese e quello striato proveniente dall'Oriente. Oggi ci sono ancora, ma, visti gli innumerevoli incroci, il "mantello" della maggior parte dei gatti assume colorazioni miste o maculate.

I gatti vivevano sicuramente anche presso gli antichi Romani, ma essi, che erano dei dominatori, preferivano di più i cani, perché si addomesticavano più facilmente. I gatti, invece, sono più amanti della libertà, e andavano più d'accordo con i Greci, inventori della democrazia. Esistono comunque sia a Roma, sia in altri luoghi, diverse testimonianze dell'amicizia anche con i gatti. Una cosa sembra certa, cioè che il gatto nero, allora, potesse portar fortuna, contrariamente a quello che alcuni credono oggi…

Il nome "Felix", attribuito spesso ai gatti, significa infatti felice o fortunato. L'antico cognome "Cattus" venne scelto forse anche per un motivo simile. E che ne pensate del nome "Catia"? Addirittura una centuria dell'esercito romano era detta dei "Catti".

Molte altre parole derivano da "gatto". Prendiamo per esempio la parola "catamarano". Il catamarano è una imbarcazione costruita da due scafi, che procede leggera sulle onde. Letteralmente significa "gatta marina".

Una volta c'era la peste che faceva morire tante persone. Era causata da un microbo che infettava le pulci. Da queste passava poi ai topi. Per fortuna a Roma c'erano tanti gatti che tenevano lontani i topi. I gatti furono una salvezza per gli antichi Romani, anche perché erano un popolo che amava molto la pulizia.

Ma i gatti non potevano fare niente quando arrivarono i Barbari, che purtroppo si lavavano poco. Così la peste non tardò ad arrivare e ci vollero secoli per debellarla.

Le prime leggi in difesa degli animali risalgono a circa mille anni fa e furono fatte nel vecchio Galles. In Germania i gatti erano tenuti in grande considerazione. In certi posti un gatto valeva quanto due pecore; in altri era obbligatorio tenerlo sulle navi. Anche gli Arabi amavano molto i gatti. Dalle nostre parti, invece, ci fu un triste periodo, il medioevo, in cui vennero perseguitati.

Dopo il triste periodo di cui vi abbiamo detto, ve ne fu un altro, il Rinascimento, durante il quale il gatto fu molto apprezzato.

Nella Francia di tre secoli fa i pittori ritornarono a dipingerlo, le corti furono invase da gatti, addirittura quando morivano venivano sistemati nelle tombe e ritroviamo il gatto anche su medaglie e altri oggetti.

Un giorno qualcuno capì che bisognava lavarsi più spesso pulendosi sempre come i gatti.

Oggi i gatti sono diventati nostri amici e alleati.


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