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Pitagora

Pitagora nacque il 570 a. C. a Samo, un isoletta della Grecia bagnata dal Mare Egeo.

A quei tempi non esisteva la scuola pubblica, ma per fortuna, dato che egli era figlio di un ricco incisore, si poté permettere i migliori insegnanti. Fece il commerciante e viaggiò tantissimo, imparando la lingua e la scienza degli Egizi, degli Indiani e dei Babilonesi.

Egli era per una vita sobria. Predicava la libertà, l'uguaglianza e il rispetto. Un giorno se ne andò a Crotone perché non sopportava le ingiustizie del Tiranno dell’isola. Venne ad abitare a Crotone dove fondò un’associazione che si occupava di cultura, di politica e di religione. L’associazione col tempo si fece molti nemici, un po’ per invidia; molti discepoli vennero uccisi, ma egli riuscì a fuggire a Metaponto.

Pitagora e i suoi discepoli avevano delle strane regole, come per esempio non mangiare fave.

Secondo lui dopo la morte l’anima si reincarnava in un altro essere vivente, questo fino a quando non si liberava totalmente attraverso la conoscenza.

I corpi celesti, secondo Pitagora, emettendo vibrazioni e producono una musica divina. La cosa strana è che oggi, con moderni strumenti è stato accertato che ciò è vero! Stelle e pianeti infatti, emettono radiazioni nucleari e onde radio!

A quei tempi tutti pensavano che il nostro pianeta avesse una superficie piatta. Secondo lui, invece, aveva la forma di una sfera rotante e con gli altri pianeti ruotava attorno a un “fuoco centrale”. I fatti, anche stavolta, gli diedero ragione!

Per Pitagora tutto ciò che esiste è espresso da numeri, come per esempio colori, suoni, ecc… ed effettivamente…

Si interessò molto dei numeri primi, cioè di quelli che si dividono solo per 1 e per se stessi, ma non hanno altri divisori interi: 1, 3, 5, 7, 11, 13, 17, ecc, necessari per eseguire i calcoli complessi. Distinse ancora i numeri in pari e dispari, questi ultimi detti gnomonica, perché ottenuti per mezzo dello gnomone, una striscia ad angolo retto contenente dei pallini disposti in modo da riempire un quadrato.

Il 3 lo considerava il numero perfetto. Il 10 numero “perfettissimo”, fondamento e modello di tutte le cose.

Proprio per questo egli preferì a tutti il sistema di numerazione a base 10 o decimale, introdotto in Europa dagli Arabi, che lo appresero dagli Indiani.

Il grande studioso divenne però famoso, anche fra i bambini, per aver introdotto la cosiddetta Tavola o Mensa pitagorica, che permette ancora oggi di eseguire velocemente moltiplicazioni e divisioni.

Pitagora è ricordato anche per aver perfezionato e diffuso quello che oggi è conosciuto come Teorema di Pitagora, che gli antichi Egizi, i Babilonesi e i Cinesi, avevano già intuito. Essi infatti lo applicavano per misurare il terreno e per squadrare i grossi blocchi di pietra utilizzati per le piramidi e per altri grandiosi edifici.

Il teorema dice che:

In un triangolo rettangolo, il quadrato costruito sull’ipotenusa ha una superficie uguale alla somma dei quadrati costruiti sui due cateti.

Il teorema di Pitagora

In questo caso:

Q1=Q2+Q3

Cioè:

25=16+9.

Se ne deduce che per costruire un angolo retto o a squadro, necessario per fare le linee di un campo da gioco o costruire edifici, mobili e oggetti di ogni tipo, basta costruire un triangolo con i lati che misurino 3, 4 e 5. Per fare ciò, al tempo degli Egizi, ma probabilmente anche in seguito, si tendeva una corda con 12 nodi posti alla stessa distanza l’uno dall’altro.

La costruzione dell'angolo retto

Attraverso il teorema vennero scoperte altre “terne” di numeri, molto utili per misurare grandi distanze. Con i progressi della tecnica furono costruite squadre, squadrette e apparecchiature di ogni tipo che ci evitano oggi la fatica di annodare corde e funi. Tali strumenti sono comunque sempre basati su questa grandissima conquista del pensiero umano di cui Pitagora fu uno dei principale artefici!


Pitagorà morì nel 497 a.C. Anche se non è rimasto nulla dei suoi scritti, molti in seguito scrissero di lui.


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