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I primi popoli della Terra non avevano molto tempo per scrivere perché dovevano sempre andare a caccia per procurarsi il cibo. Avevano imparato però a graffiare le rocce con oggetti appuntiti.
La prima penna fu forse una cannuccia, un bastoncino, uno straccetto o un pennellino sottile che veniva intinto nell'inchiostro ricavato dalla fuliggine, da animali marini, dalle piante o da polvere di roccia.
La seppia forniva un inchiostro di colore nero; il murice, che è un mollusco, forniva la porpora, di colore rosso; l'ocra era un minerale dal quale si otteneva il giallo; infusi vari di erbe, foglie o radici fornivano altri colori.
Mille anni fa qualcuno pensò di usare una penna d'oca o di qualche altro uccello, perché era leggera e resistente. Alla punta veniva fatto un taglietto per evitare che l'inchiostro facesse delle macchie.
La stessa veniva intinta in un bicchierino pieno di inchiostro che si chiamava calamaio.
Duecento anni fa furono inventati i pennini di acciaio che venivano inseriti in un manico di legno.
Per scrivere, però bisognava sempre portarsi appresso il calamaio, che spesso si rovesciava su tavoli e quaderni.
Per i bambini più piccoli qualcuno inventò un banco col buco, nel quale era inserito un calamaio che così non si poteva rovesciare. Però quando un banco cadeva a terra erano dolori…
Vecchio banco col buco per il calamaio
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